Shen è una parola che, come Jing o Qi, accompagna costantemente il percorso di chi si avvicina alla Medicina Cinese da operatore, da appassionato o da semplice curioso; cosa significa esattamente?
Se vogliamo comprendere in maniera efficace almeno gli aspetti fondamentali di questo termine è importante fare una breve (e necessariamente, in questa sede, superficiale) panoramica linguistica.
Molto spesso Shen viene tradotto con “Spirito”. È una traduzione opportuna, che però si può chiarire meglio se riflettiamo si quello che la parola “spirito” significa per noi: l’idea attuale di “spirito” inteso come “anima” non c’era nell’antica Cina e neanche nella cultura greca.
Il primo a parlare di anima (ψυχή) fu Platone, come espediente conoscitivo per distinguere il corpo fisico dalla percezione delle sensazioni, ma fu S. Agostino a decontestualizzare il termine e attribuire l’accezione di “anima immortale”. Nessuna di queste idee di “spirito” corrisponde appieno allo Shen.
Nel carattere cinese, a sinistra abbiamo un primo elemento che indica un influsso che scende dall’alto verso il basso, dal cielo verso la terra, per organizzare, informare, istruire. Le due linee orizzontali rimandano a una forma arcaica per “alto”, “superiore”. Qui assumono il significato di “cielo”. Le linee verticali rappresentano ciò che dal cielo scende: gli influssi del sole, della luna, delle stelle che informano e istruiscono su ciò che è trascendente.
A destra, il secondo carattere rappresenta una corda tesa fra due estremità: lo spazio e il tempo. Secondo altri questo carattere mostra due mani aperte poste ai lati dell’asse verticale: la figura di un uomo, un monaco, in piedi con le mani intorno all’ombelico, luogo anatomico d’elezione per lo scambio tra gli influssi celesti e le forme terrestri.
Il significato d’insieme è dunque quello di un influsso celeste che scende sulla terra per informare e organizzare qualcosa in un preciso luogo, in un preciso momento e in un preciso contesto.
Lo Shen è uno “spirito” che dall’alto scende sulla terra al momento del concepimento per creare, qui e ora, un nuovo individuo: si tratta di una forza che determina l’orientamento individuale e le nostre caratteristiche personali specifiche, irripetibili (quelle che si manifestano qui e ora, in questo tempo e in questo spazio), che sono alla base di ogni nostro rapporto con il mondo e con le leggi regolatrici dell’universo.
Questa forza organizzatrice, estremamente dinamica, influenza tutte le trasformazioni che affrontiamo nel corso della vita: da quelle fisiologiche (come la regolarità del respiro, la tonicità della pelle, la propriocezione) a quelle personali (come la reattività emotiva, la prontezza intellettuale, l’empatia) a quelle spirituali.
In modo generico possiamo raggruppare sotto il termine Shen tutte le sfaccettature dell’intelligenza e la costituzione psichica.
Non dobbiamo cadere nell’errore, frequentissimo per noi occidentali, di considerare lo Shen come un’anima distinta dal corpo, perché esso è presente in ogni singola cellula. Quando in Medicina Cinese si dice che lo Shen risiede nel Cuore non si intende che è anatomicamente confinato al miocardio, ma che rappresenta l’impulso elettrico che permette al cuore di battere e, attraverso questa propulsione, può circolare attraverso il sangue e raggiungere tutti i distretti corporei: se lo Shen è forte anche il corpo sarà forte, se lo Shen si disperde si muore.
Molto prima che il muscolo cardiaco si ammali lo Shen mostra segni di deterioramento: ansia, depressione, insonnia sono alcuni dei sintomi possibili; per riequilibrare lo Shen esistono molte tecniche tanto tra le pratiche meditative quanto nel Tuina, in agopuntura e nel Qi Gong, accompagnate spesso alla necessità di sviluppare l’autoconsapevolezza e apportare, ove necessario, dei cambiamenti nelle proprie abitudini di vita.