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Athelas

Studio di Medicina Cinese e Discipline Bionaturali

Viola Odorata: Oleolito e proprietà

Gli oleoliti

Ho la fortuna di avere un orto in cui prospera la Viola Odorata, così ho deciso di raccogliere i primi fiori e preparare un oleolito. Perché preparare un oleolito di Viola Odorata? Quali sono le sue proprietà e i possibili impieghi? L’oleolito è una preparazione galenica per uso esterno; ha un procedimento piuttosto semplice e, anche per questo, una volta era molto usato nella medicina popolare.

Ci sono moltissime scuole di pensiero riguardo la preparazione degli oleoliti, ma tutte prevedono la macerazione della pianta (più spesso fresca che essiccata) in un olio vettore vegetale. Ogni olio ha le sue specifiche proprietà; personalmente preferisco l’olio di oliva, che è il più tollerato dalla pelle umana e permette una migliore estrazione dei principi attivi (al 90% circa). C’è chi lascia macerare la preparazione al buio e chi la espone per un certo tempo agli agenti atmosferici (comunemente per un numero di giorni dal forte valore simbolico: 21, 40, 28 o altro). In ogni caso, alla fine del tempo stabilito si filtra ed è pronta; da questo momento verrà conservata sempre al buio.
Nel TuiNa gli oleoliti si possono impiegare sia per l’attivazione dei meridiani sia per uso topico sulle aree degli organi da trattare. E’ possibile, all’occorrenza, diluire un olio essenziale nell’oleolito per un effetto più mirato.

 

La Viola Odorata

La Viola Odorata (in greco ìon) è una pianta perenne originaria del continente eurasiatico; in Italia cresce prevalentemente al Centro-Nord, in luoghi boschivi ed erbosi. Si adatta a qualunque tipo di suolo, ma preferisce aree fresche e ombreggiate, dove fiorisce da fine inverno a primavera. È il fiore che Zeus fece nascere per nutrire Io (che, trasformata in una giovenca e prigioniera di Argo, rischiava di morire di fame), e nella Roma imperiale era legata alle celebrazioni in onore di Attis:  il 22 marzo, nel dies violae, si portava in processione un tronco di pino ornato di ghirlande di viole; il fiore, infatti, si diceva nato dal sangue dello stesso Attis.

In epoca a noi più vicina la pianta fu molto amata da Giuseppina Bonaparte, e Napoleone, forse per non fare confusione, adottò lo stesso fiore anche per l’amante, Maria Walewska. L’imperatore, in partenza per l’esilio, promise che sarebbe tornato a Parigi “nella stagione delle viole”, e fu di parola: nel marzo del 1815 rientrò a Parigi, dove riprese il potere per un breve periodo prima della definitiva sconfitta a Waterloo; per questo i bonapartisti scelsero la Viola Odorata come loro simbolo, contrapposto al Giglio borbonico. Nel linguaggio dei fiori è simbolo di candore se bianca e di modestia, onestà e pudore se viola.

È una pianta spontanea, e la forma più comune in cui si trova in commercio è l’olio essenziale. Il taglio tisana non è facile da trovare: in erboristeria è molto più diffusa la Viola Tricolor (o Viola del Pensiero), che ha proprietà diverse e con cui non va confusa.
La Viola Odorata ( nota anche come  Viola Mammola, Viola blu, Viola Maura, Sweet Violet, Violette de Mars) può dare fiori di un viola intenso (secondo la Medicina Cinese più attivi sull’energia della Vescica Biliare) o bianchi (più attivi sull’energia del Polmone).
Foglie e fiori sono ottimi espettoranti e i fiori, ricchi di mucillagini, diaforetici ed emollienti sono noti per le loro virtù nel trattamento delle affezioni catarrali e delle irritazioni delle vie aeree.
Per uso esterno, il decotto è lenitivo per contusioni e scottature. Le foglie sono utilizzate nel trattamento della cistite e come collutorio per infezioni della bocca e della gola. L’oleolito svolge un’ azione purificante, emolliente e cicatrizzante; è molto usato per alleviare tutte le irritazioni cutanee e gli eczemi, e per migliorare l’aspetto delle cicatrici.
Le  proprietà della Viola Odorata erano ben note a figure come Dioscoride, Galeno, Mesuè il Vecchio, Ildegarda di Bingen; i medici della Scuola Salernitana (IX sec.) la consideravano efficace nel trattamento delle cefalee postprandiali dovute a diete disordinate.

In fitoterapia si possono usare tutte le parti della pianta, che è priva di elementi tossici e commestibile: con i fiori si possono preparare dolci, composte, liquori.
Per quanto riguarda la floriterapia, nel sistema dei Fiori Californiani la Viola Odorata è alla base di Violet, rimedio floreale adatto a persone sensibili con una particolare attitudine alla condivisione come mezzo di autoconoscenza.

Vista nell’ottica della Medicina Cinese, che valuta il profilo energetico della pianta (secondo le quattro nature, i cinque sapori e i Meridiani destinatari),  la Viola Odorata ha un sapore dolce, amaro, piccante e una natura fresca. Dirige il suoi effetti sui Meridiani di Fegato, Stomaco, Milza, Polmone, Grosso Intestino, Cuore.
I fiori della Viola Odorata svolgono un’azione calmante e armonizzante sullo Shen.
Un peculiarità della Viola Odorata è la capacità di armonizzare tra loro Po e Hun, con un’azione simile a quella del punto d’agopuntura ST25 (Tiānshū – “perno celeste”: sopra l’ombelico il corpo appartiene al cielo, sotto l’ombelico alla terra; ST25 si trova esattamente all’altezza dell’ombelico e il nome, Tiānshū, è anche quello dato dai cinesi alla stella α Ursae Majoris, che noi chiamiamo Dubhe). A questo scopo è utile applicare l’oleolito sul punto, massaggiando dall’alto verso il basso.

Lo Hun  (o meglio, gli Hun: sono tre, rappresentati dai punti d’agopuntura BL47, ST25, KI21) rappresenta l’anima vegetativa del Fegato. È legato allo Shen (“Ciò che segue fedelmente lo Shen nel suo andare e venire denota lo Hun” – Ling Shu, cap. 8) e il suo movimento naturale è verso l’alto, in un moto leggero e libero come quello di un aquilone . Quando è ben radicato nello Yin e correttamente bilanciato dal Po, lo Hun conferisce creatività, illuminazione,  intuito che può diventare, in alcuni, veggenza. È l’anima vegetativa più legata al Cielo, mentre il Po  è quella più legata al Jing e alla forma corporea. Lo Hun rappresenta il vivere e l’agire nel presente grazie alla capacità di ricollegarsi al passato e proiettarsi nel futuro (J. Yuen).

Il Po (o, meglio, i Po: sono sette, corrispondenti, secondo il cap. 8 del Ling Shu, al numero di passaggi ritenuti necessari per portare a termine una creazione) è l’anima vegetativa del Polmone, ed è molto legato al Jing. È associato al Polmone poiché la sua energia è generata prevalentemente dal sole e dall’aria che respiriamo.
Mentre le altre anime vegetative compaiono dopo la nascita, il Po è presente già dal concepimento, perché rappresenta l’incarnazione dello Shen nel Jing, cioè degli aspetti psichici e spirituali nella struttura corporea; il suo ruolo durante la gravidanza è quello di permettere lo sviluppo del feto attraverso l’organizzazione dell’embriogenesi; dopo la nascita e per l’intera durata della vita, il Po governa tutti gli automatismi del corpo e le funzioni vegetative, e conferisce la “voglia di essere nutriti dal mondo”, perché la nostra forma materiale, il nostro Jing, è nutrito dal Jing che acquisiamo dall’esterno.

Consigli di lettura

A. Cattabiani – Florario – Oscar Mondadori, 1996

F. Bottalo, R. Brotzu – Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese – Xenia Edizioni, 1999

R. Curti – Proprietà e Profilo Animico delle Piante Officinali – Edizioni Enea, 2011