“Il coraggio non mi manca. È la paura che mi frega”
Totò Tweet
“Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Lascerò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Solo io ci sarò.”
F. Herbert, Dune Tweet
Halloween si avvicina: quale momento migliore per affrontare il tema della paura anche in Medicina Cinese?
Nella maggior parte dei casi quando parliamo di emozioni facciamo riferimento quasi sempre solo agli Zang/Fu (Organi e Visceri) e alle note corrispondenze organo/emozione legate ai Cinque Movimenti: Metallo=Polmone/Grosso Intestino=Tristezza, Acqua=Rene/Vescica=Paura ecc.
Trovo che questo approccio, benché necessario per un primo orientamento nello studio della Medicina Cinese (in particolare della MTC, che nel sistema degli Zang/Fu trova il suo fondamento), sia riduttivo: dire, per esempio, che la Rabbia lede il Fegato è piuttosto vago; è più esatto dire che la Rabbia è di competenza del Fegato: questo è l’organo che per sua natura ha il compito di gestirla e smaltirla, ma è risaputo quanto la rabbia possa danneggiare l’intero organismo.
Già solo sul modo in cui le emozioni impattano sugli Zang/Fu ci sarebbe molto da dire, ma possiamo ampliare il campo d’indagine anche al sistema dei Meridiani, più legato alla medicina taoista ed estremamente dinamico: i parametri cambiano in continuazione e ogni caso richiede un approccio peculiare che rimette di volta in volta in discussione esperienze e conoscenze.
Considerazioni sui Meridiani
È utile precisare che quando parliamo di Meridiani, al plurale, lo facciamo per convenzione e per comodità, secondo la definizione che Souliè de Morant ne ha dato in analogia con meridiani e paralleli geografici. In realtà esiste un unico grande canale in cui l’energia scorre e varia in base alle stagioni, all’età, alla costituzione e diversi altri parametri; quelli che chiamiamo Meridiani sono sezioni di questo canale distinte in base al modo in cui l’energia si qualifica in quel tratto.
Anche se spesso ci si limita a considerare solo i 12 Meridiani Principali, l’intero sistema ne comprende 72; inoltre siamo soliti rappresentarli su mappe bidimensionali, quindi può sfuggire come i vari gruppi di Meridiani si sviluppino a diversi livelli di profondità e possano avere dimensioni differenti: i Meridiani Principali, per esempio, sono filiformi, mentre i Tendino-Muscolari (MTM) sono larghi come nastri e scorrono al livello più superficiale; i Luo possono essere “sottili come aghi o spessi come tendini”; ancora, i Meridiani Straordinari sono quelli che scorrono più in profondità. A seconda della natura individuale, poi, ci saranno persone che affrontano la vita (e, di conseguenza, manifestano segni e sintomi) di preferenza su un livello o su un altro: per esempio alcuni hanno un atteggiamento più “fisico” di altri nei confronti delle cose, imparano con la pratica e con l’esperienza più che con la teoria e sono poco portati per l’astrazione; queste persone percorrono la strada del Wei Qi, e, quando si ammalano, il sistema muscolo-scheletrico è il bersaglio preferenziale. Wei Qi, l’ “energia difensiva”, è istintivo, inconsapevole, regola tutte le reazioni automatiche dell’organismo e circola soprattutto nei MTM, che hanno, tra le altre, la funzione di dare una forma corporea e costituiscono anche una “corazza” psichica.
È proprio a questo livello che parleremo di paura grazie a un caso che, tra Agosto e Ottobre, mi ha dato modo di riflettere su come questa emozione incida sul sistema dei MTM.
Il caso di F.
Osservo il caso di F, 36 anni, a fine agosto dello scorso anno: blocco a livello delle spalle e forte rigidità muscolare prevalentemente sul lato destro. La rotazione del collo, difficile e dolorosa, subisce un rumoroso arresto (si sente proprio il suono di uno scatto) sempre a destra, in corrispondenza del punto BL41.
Dice subito di essere “incordato per lo stress”: il suo problema è insorto circa due anni fa, in inverno e in concomitanza con la grave malattia di un familiare. In seguito la malattia si è risolta per il meglio ma il dolore di F. si acuisce tuttora in prossimità di analisi e controlli. Peggiora con il freddo pur senza presentare una ciclicità stagionale, ha dolori a coltellata e nonostante sia un assiduo frequentatore di palestre e svolga un lavoro fisicamente impegnativo in cui solleva e trasporta pesi, non aveva mai avuto problemi.
I punti dolorosi (Ah-Shi) sono tutti localizzati sul livello energetico Tai Yang, lungo il decorso del Meridiano del Piccolo Intestino a parte il più colpito, BL41, sul Meridiano della Vescica.
Alla domanda se ha avuto in passato problemi alla gamba destra, accenna a un piccolo incidente avuto in spiaggia nell’estate precedente l’insorgenza del blocco alle spalle, ma essendosi risolto in poco tempo e non avendo più avuto dolore, non lo ritiene importante.
Anche se F. sembra perfettamente consapevole che il suo problema è iniziato in coincidenza con uno stress emotivo, non sembra però essere in reale contatto con l’emozione provata, che non riconosce come paura ma descrive in modo indeterminato come “stress, nervosismo”: resta pertanto un’“emozione” (kan), non un “sentimento” (qing), che invece sottintende una maggiore coscienza di ciò che si prova .
Inoltre la manifestazione algica è a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, per questo ho scelto di trattare F. attraverso il sistema dei MTM, che hanno a che fare con le affezioni tendinee, muscolari e neurologiche che interessano il movimento: dolori muscolari, traumi muscolo-scheletrici, contratture o i movimenti involontari della muscolatura liscia e degli sfinteri.
I MTM sono in relazione con tutto ciò che è reazione automatica e non cosciente; sono colpiti, dunque, anche in risposta a uno stress emotivo istintivo, secondo le relazioni organo/emozione che ci sono già note, in questo caso relative al complesso Acqua (Rene/Vescica = paura).
Sembra che, nel caso specifico, la paura sia insorta all’improvviso come minaccia acuta alla sopravvivenza (quella del suo familiare, fortemente interiorizzata) e che poi il ragazzo sia rimasto “congelato” in quel momento, senza la capacità di andare avanti: lo sottolineano le riattivazioni del dolore in concomitanza con i momenti immediatamente precedenti le visite di controllo; il suo corpo sembra avere memoria della paura provata e la riattiva automaticamente.
Sembra proprio che il freddo che affligge F. sia un fattore patogeno interno.
Ricordiamo che l’energia legata al movimento energetico che chiamiamo Acqua trova espressione nel freddo come fattore climatico e nella paura come fattore emotivo. Il freddo e la paura sono declinazioni della stessa energia celeste: non per nulla nel linguaggio comune la paura “raggela”, “fa rabbrividire” e qualcosa di spaventoso è definito “agghiacciante”.
Il freddo, come è noto, contrae e indurisce, e la paura fa lo stesso nel nostro organismo. Pensiamo a quanto avviene nel mondo animale: siamo abituati a considerare, di fronte alla paura generata, per esempio, dall’attacco di un predatore, soltanto due reazioni possibili: combattere o scappare (“Fight or Flight”). Esiste però una terza possibilità, meno considerata: la tanatosi (Freeze), in cui l’animale si immobilizza e cade a terra; non finge semplicemente di essere morto, ma entra in uno stato alterato di paralisi e irrigidimento nel quale non sente dolore e non soffrirà se verrà sbranato.
È un meccanismo biologico estremo di protezione, ma rappresenta anche una sorta di “resa” in cui letteralmente ci si irrigidisce per la paura: come nel mito di Medusa, il terrore che proviamo nel guardare in faccia la morte può trasformarci in pietra.
Nel mondo animale i residui di adrenalina vengono scaricati, una volta al sicuro, attraverso un tremore convulso che dura qualche minuto, poi la vita riprende; le persone invece non sempre riescono a eliminarli ed essi restano “congelati” nell’organismo.
Secondo il Nei Jing e lo Shang Han Lun, il freddo blocca il Tai Yang, il livello energetico più esterno, che comprende i Meridiani di Vescica e Piccolo Intestino e che si trova a contatto diretto con l’ambiente e con tutto ciò che è fuori di noi.
Il movimento fisiologico del Tai Yang è di apertura ed espansione (come, ad esempio, nell’atto di aprire le braccia o le gambe) e di andare avanti, procedere in una direzione. il blocco del Tai Yang rappresenta l’impossibilità di cambiare. Non è un caso che la direzione di approfondimento del fattore patogeno interno sia, nel caso di un fattore patogeno interno, il livello Shao Yang, che governa il movimento rotatorio e con esso la capacità di girare la testa per guardarsi intorno, vedere tutte le possibilità e infine scegliere da che parte andare. Questo vuol dire anche poter dire di no, spesso proprio scuotendo la testa.
Se io mi blocco, non riesco ad andare avanti e a cambiare per adattarmi all’ambiente (Tai Yang), a lungo andare non sarò neanche in grado di fare delle scelte, che richiedono che io mi muova in direzione di ciò che ho scelto: a che pro girare la testa per guardarmi intorno e valutare delle possibilità se comunque sono paralizzato e non riesco a muovermi nella direzione che le mie scelte richiederebbero? Ecco che si blocca anche il livello Shao Yang e il movimento di rotazione della testa.
I “dettagli tecnici"
Prima ancora di cominciare un vero e proprio trattamento sui MTM, è opportuno aiutare l’organismo a espellere il fattore patogeno, che altrimenti si ripresenterebbe alla prima occasione, magari in risonanza col freddo esterno. In questo caso il punto più indicato è Bl12 (Fengmen, “Porta del Vento”), da trattare in moxa.
Bl12 è un punto vento legato al freddo, energia che paralizza e blocca; il vento invece è simbolo di movimento e la moxa genera calore, che contrasta il freddo: così è possibile diffondere calore in tutto il corpo, muovere il blocco e rendere l’organismo più ricettivo ai trattamenti successivi.
Entrando nello specifico, il MTM coinvolto è quello del Piccolo Intestino, e Bl12 spesso si abbina ai punti di questo meridiano. L’abbinamento più interessante però è quello con Bl41, punto di riunione col Meridiano del Piccolo Intestino e corrispondente di Bl12 sulla branca esterna del Meridiano di Vescica. Sappiamo che i punti situati sulla branca esterna del Meridiano di Vescica sono legati ai traumi di origine psichica, e Bl41 è proprio il punto in cui il movimento di rotazione del collo di F. si blocca.
Già al primo trattamento in moxa il movimento in rotazione diventa più fluido, Bl41 subisce un violento e rumoroso scatto, dopo il quale F. riesce a compiere con facilità il
movimento di rotazione del collo fino alla fine.
Secondo trattamento:
1- massaggio di apertura sul Meridiano del Piccolo Intestino e del Triplice Riscaldatore con oleolito di lavanda.
2- Ah-Shi sul meridiano e poi Ah-Shi fuori meridiano
3- SI1, punto jing distale omolaterale (dx) del Meridiano del Piccolo Intestino
4- GB13, punto di riunione omolaterale (dx)
5- Si3, punto shu del Meridiano del Piccolo Intestino
6- TB1, punto jing distale del Meridiano del Triplice Riscaldatore (Shou Shao Yang), interessato secondo l’esame motorio
7- GB13, punto di riunione controlaterale (sx)
Il trattamento dei singoli punti (Ah-Shi, Jing distali, Shu, Riunione) è stato eseguito in cromopuntura, utilizzando il colore verde (colore riequilibrante, associato al Movimento Legno che governa il movimento dei muscoli) per 30 secondi su ogni punto.
A fine seduta il dolore in rotazione è scomparso e l’unico punto dolente (ma molto meno di prima) è rimasto BL41.
Terzo trattamento:
Tutti i dolori e gli Ah-Shi si sono spostati lungo il MTM di Vescica, rispettando esattamente la progressione dei MTM di fronte a un patogeno interno. La modalità di trattamento dei singoli punti è sempre con il verde, in cromopuntura.
1- massaggio di apertura sul Meridiano della Vescica con oleolito di lavanda.
2- Ah-shi sul meridiano e poi Ah-Shi fuori meridiano
3- BL67, punto jing distale omolaterale (dx) del Meridiano della Vescica
4- SI18 punto di riunione omolaterale (dx)
5- BL65, punto shu del Meridiano della Piccolo Intestino
6- Si18 punto di riunione controlaterale.
Nei 3 giorni successivi al trattamento F. ha un peggioramento del dolore e della tensione nella zona paravertebrale. Passati i primi tre giorni segue un improvviso e netto miglioramento.
“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.
Matteo 7,7-14 Tweet
“Ennyn Durin Aran Moria. Pedo Mellon a Minno”. (Le Porte di Durin, Signore di Moria. Dite “amici” ed entrate)
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli Tweet
Quarto trattamento:
Prosegue il trattamento del Meridiano MTM di Vescica.
Il livello Tai Yang governa il movimento di apertura; l’ideogramma raffigura una porta con qualcosa che si apre per uscire, espandersi, avviare, ma la paura, che paralizza, non lo permette.
La prima cosa che possiamo fare davanti a una porta chiusa è bussare, e così “bussiamo” sugli Ah-Shi delle due branche di Vescica con il martelletto di gomma. Alle due branche ne aggiungiamo una terza: la linea dei punti Hua Tuo: i MTM sono legati al complesso Legno-Fegato-Hun. Lo Hun governa le memorie, anche quelle di un’esperienza emotiva, mentre sulla linea dei punti Hua Tuo si stratificano le emozioni e gli eventi stressanti personali e familiari secondo una ben precisa scala temporale.
A parte il solito Bl41, tra i punti Ah-Shi ne emergono alcuni che trovo significativi: Bl42 per l’entità della reazione (si è formato un piccolo pomfo) e Bl23, punto Shu del dorso del Rene, per il significato, che riconduce a una paura profonda, legata alla sopravvivenza e per questo, secondo J. Yuen, capace di attivare Wei Qi al massimo.
Nel corso del trattamento, inoltre, riemerge il dolore al ginocchio, in corrispondenza del punto Bl40, dove si è fatto male sulla
spiaggia due anni prima.
I punti Jing distale, Shu e di riunione sono trattati sempre in cromopuntura, aggiungendo anche Ki1, punto jing distale del Rene, visto il coinvolgimento di Bl23. Sui punti Bl41 e Bl23 applichiamo inoltre una goccia del Rimedio floreale di Bach Star of Bethlehem, che agisce sui traumi emotivi raggiungendo il livello di Yuan Qi.
Per la prima volta, a fine seduta F. torna a casa senza alcun dolore, che si ripresenterà soltanto l’anno successivo sotto forma di lieve tensione, prontamente trattata.