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Studio di Medicina Cinese e Discipline Bionaturali

Introduzione alla Medicina Cinese 1: panoramica

In Italia conosciamo la Medicina Cinese soprattutto grazie all’agopuntura, e molto spesso la identifichiamo con essa, che oggi è la pratica più nota e diffusa nel mondo occidentale; ma la Medicina Cinese è un sistema medico-filosofico dalle radici molto antiche e dalle diramazioni complesse, e nei suoi aspetti coinvolge ben più della sola pratica dell’agopuntura.

Il contesto in cui la Medicina Cinese nasce e si sviluppa è molto lontano da quello occidentale contemporaneo: lo è in senso geografico, temporale, culturale e linguistico. Inoltre la Cina è molto grande, e ogni area ha sviluppato una sua peculiare visione della medicina e dato vita a particolari metodologie di trattamento. Quello della Medicina Cinese è un mondo complesso ma dotato di forte coerenza interna, e, se abbiamo cura di guardare sotto la superficie, troveremo in esso anche molti punti di contatto con alcune correnti di pensiero che nel corso dei secoli hanno attraversato l’Occidente.

La barriera linguistica

La prima barriera che incontriamo nell’approccio a queste discipline è quella linguistica: l’ideogramma rivela infatti una struttura del pensiero diversa da quella espressa attraverso gli alfabeti fonetici, un diverso modo di rapportarsi al mondo. Mentre nelle lingue alfabetiche riusciamo a leggere una parola della quale non conosciamo il significato, nel cinese l’assenza di alfabeti fonetici (che invece esistono, per esempio, nel giapponese, che affianca ai Kanji di derivazione cinese i due alfabeti katakana e hiragana, rende impossibile conoscere la pronuncia di un carattere in base alla sua forma scritta, quindi per comprenderlo bisogna affidarsi quasi totalmente alle suggestioni dell’immagine rappresentata. Nella lingua cinese, inoltre, ogni carattere è indipendente rispetto alle altre unità grammaticali: non ci sono variazioni di genere, caso, tempo o modo. Per noi, che siamo figli della consecutio temporum, questi aspetti possono risultare destabilizzanti perché tolgono dei punti di riferimento. Orientarsi, cioè sapere dove siamo, cosa stiamo facendo e da che parte vogliamo andare, è la conditio sine qua non per approcciare qualunque ricerca, accademica o interiore che sia; le immagini, i termini e il contesto ci permettono di farlo, anche se i parametri inizialmente ci risultano estranei. Per questo è indispensabile, per chi si addentra nello studio della Medicina Cinese, familiarizzare almeno con i termini di base, che non sono quasi mai traducibili in modo efficace nelle lingue occidentali. Ulteriore difficoltà di traduzione è spesso data dall’assenza di accurate indagini storico-filologiche che permettano di inquadrare i termini nel giusto contesto, tanto nel cinese quanto nella lingua di destinazione. Questo aspetto assume particolare rilevanza quando l’oggetto di studio sono testi che vanno da più di tremila anni avanti Cristo fino all’avvento della Prima Repubblica Cinese, nel 1949. Sono cinquemila anni di storia dipanati su un territorio vastissimo: saper contestualizzare diventa indispensabile.

Le medicine naturali

La Medicina Cinese rientra nel novero delle cosiddette “medicine naturali”, ulteriormente classificabili in medicine antiche, classiche, etnico-sciamaniche e moderne.

Tra le Medicine Antiche ricordiamo quella egizia, quella greca e quella romana. Sono sistemi basati su principi molto simili a quelli della Medicina Cinese, ma il loro corpus di conoscenze è andato perduto, del tutto o in parte.
I presupposti di queste medicine sono giunti a noi in modo frammentario, ma il trait d’union che le lega tra loro e alla visione cinese, è la concezione secondo cui l’uomo è costituito da due aspetti in costante interazione: uno più materiale e concreto (che i cinesi chiamano yin) e uno più sottile ed etereo (che chiamano yang). Nella visione delle medicine antiche e classiche oltre all’aspetto psicosomatico si considera anche quello somatopsichico: c’è un rapporto di scambio continuo tra mente e corpo, in base al quale non solo la mente ha un’influenza sul corpo, ma accade anche il contrario. Secondo questa visione, all’origine, per esempio, di un’asma ci potrebbe essere tanto una vulnerabilità a fattori climatici quanto un lutto non superato.
Secondo la Medicina Cinese Classica gli elementi da considerare sono addirittura tre: corpo, mente e spirito. Nell’eziopatogenesi cinese anche un problema dello spirito si considera di pertinenza del medico: nelle indicazioni cliniche dei punti c’è sempre l’attenzione a specificare come usarli nei confronti di un problema fisico, psichico o spirituale.

Le Medicine classiche sono quelle che, come la Medicina Cinese, l’Ayurveda, la Medicina Tibetana, Coreana o Araba, hanno principi analoghi a quelli delle Medicine Antiche, ma contrariamente a queste, hanno avuto la possibilità di svilupparsi appieno, e il loro corpus  di conoscenze è arrivato a noi integralmente attraverso i testi classici o attraverso la tradizione orale, preservando la loro coerenza dal punto di vista eziologico e applicativo.

Le Medicine Etnico-Sciamaniche sono, per esempio, quella dei nativi americani, quella siberiana, quelle africane. In questi sistemi la figura del medico è sostituita da quella dello sciamano, cioè una persona dotata di capacità innate che non possono essere apprese con lo studio, ma che attraverso lo studio stesso possono essere ampliate. Troviamo un’origine sciamanica anche in alcuni rami della Medicina Cinese antica.

Le Medicine Naturali Moderne si ispirano ad alcuni principi delle Medicine Classiche ma sono il frutto più recente dell’intuizione di alcuni ricercatori, come per esempio l’omeopatia di S.Hahnemann, medico tedesco che deve lo sviluppo di questo sistema tanto al pensiero filosofico del suo tempo quanto a personali intuizioni. Altri esempi sono le riflessologie, l’iridologia, la naturopatia, la floriterapia di Bach.
A volte si può creare confusione, soprattutto perché oggi in alcuni casi si utilizzano in questi contesti anche i punti d’agopuntura, più in senso riflessologico che energetico. Si è così venuta a creare una sorta di “agopuntura occidentale” fatta di protocolli che prevedono la stimolazione esclusivamente in senso neurochimico, ma questo non ha a che fare con la Medicina Cinese.
Il principio delle Medicine Naturali Moderne è sfruttare la vis medicatrix naturae, le naturali risorse dell’organismo, per mantenere l’equilibrio dei grandi sistemi omeostatici che permettono l’adattamento ai fattori esterni.

Un altro aspetto, presente anche nella Medicina Cinese, è quello della prevenzione e del mantenimento della salute.
Nella nostra concezione comune si va dal medico quando si è malati, non quando si è sani, e il concetto di prevenzione si limita alla diagnosi precoce. Nella Cina antica, si dice, il medico del villaggio percepiva una retribuzione finché il paziente godeva di buona salute, ma se questi si ammalava smetteva di pagare la parcella. Inoltre il medico era obbligato a esporre una lanterna rossa sulla porta per ogni suo paziente ammalato. Questo era controproducente, perché le persone sceglievano il medico principalmente in base al numero di lanterne.

La Medicina Cinese

In estrema sintesi, la Medicina Cinese è il risultato di una visione dell’uomo, dell’universo e del loro rapporto che, applicata all’organismo umano, dà delle indicazioni precise riguardo la salute e la malattia: per questo conoscere e applicare la Medicina Cinese presuppone, ora come cinquemila anni fa, la conoscenza delle leggi che regolano l’universo nel suo complesso.

Nell’antica Cina, infatti, i medici non erano mai solo medici (si diceva infatti “un medico che è soltanto un medico non è neanche un medico”): nella maggior parte dei casi erano monaci dal multiforme ingegno: medici astronomi, medici storici e letterati, medici matematici, medici musicisti.
Il loro presupposto era che conoscere l’universo, sia attraverso l’osservazione diretta che attraverso l’approfondimento di varie arti e discipline, significa conoscere l’uomo e viceversa, secondo l’antico assioma che recita “l’uomo e il cielo rispondono alle stesse leggi”:  addentrandosi in branche del sapere solo apparentemente lontane dalla medicina, riuscivano a comprendere meglio il funzionamento dell’organismo umano e le cause delle malattie.
Il pensiero filosofico alla base della Medicina Cinese è principalmente quello taoista, focalizzato sulla comprensione delle leggi che regolano la natura in tutte le sue manifestazioni ed evoluzioni cicliche. A questo si è unito il pensiero confuciano, basato sull’ordine e sulll’osservanza rigorosa delle regole; solo molto più tardi c’è stata un’influenza da parte del Buddhismo, che si è innestato in un terreno in cui la nota dominante rimaneva quella del taoismo, quindi è molto diverso dal Buddhismo indiano.
C’è poi una differenza importante tra la Medicina Cinese Classica, che è quella più antica e complessa, e la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), codificata in tempi molto più recenti.

La Medicina Cinese Classica è la forma più antica della Medicina Cinese e risale a circa 3600 anni prima di Cristo. I primi trattamenti d’agopuntura venivano effettuati con aghi di pietra, che provocavano molto dolore. Inoltre le pietre erano scelte di volta in volta in base alle loro proprietà, ma alcune erano tossiche e bisognava trattarle appropriatamente prima di poterle usare. Per questo motivo agli albori della Medicina Cinese l’agopuntura era l’extrema ratio, mentre erano molto più diffuse le altre tecniche: massaggio, coppettazione, moxibustione, guasha e fitoterapia.

Il primo testo classico che abbiamo a disposizione è il Nei Jing, (Trattato Interno di Medicina dell’Imperatore Giallo. Il suo nucleo più antico è frutto di diverse fonti che vanno dal 400 a.C al 260 d.C.), un trattato molto puntuale di anatomia e fisiologia, che contiene istruzioni sulla pratica dell’agopuntura e sulla diagnosi in base ai polsi. Questo metodo diagnostico, complesso e raffinato, permetteva una precisa valutazione dell’organismo: si diceva che attraverso i polsi si potesse leggere il passato, il presente e il futuro dell’organismo.
Nella Medicina Classica Cinese non ci sono protocolli rigidi: ogni persona viene vista come un caso a sé, come le sue peculiari modalità di interazione con macrocosmo. Per questo, anche se due o più pazienti presentano gli stessi sintomi è molto frequente che vengano trattati in maniera diversa. I medici cinesi non erano interessati ai dettagli anatomici: non si curavano, per esempio, di quanto dovesse pesare un fegato, ma valutavano la sua funzione all’interno dell’organismo; è una medicina basata sulle relazioni, e può essere un complemento alla terapia medica in molti casi e a vari livelli (anche a seconda che l’operatore sia o meno un medico), in quanto la sua visione non è antitetica a quella della medicina occidentale moderna, ma complementare: dove l’una è dettagliata e specifica, l’altra conferisce una visione d’insieme e la comprensione di un significato.

Consigli di lettura

G. Boschi, La Radice e i Fiori, Casa Editrice Ambrosiana

M. Corradin, C. Di Stanislao, M. Parini, Medicina Tradizionale Cinese per lo Shiatsu e il TuiNa, Casa Editrice Ambrosiana

R. Brotzu, F. Bottalo, Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese, Xenia Edizioni

L. Vanni, Medicina Tradizionale Cinese: Teorie di Base per i Primi Passi, Kindle Edition