L'eroe è un uomo che si è volontariamente sottomesso.
J. Campbell Tweet
Così come la figura di Sigfrido è legata alla simbologia del Sangue in tutte le sue declinazioni (Amor Fati: Considerazioni su Eroi, Piante, Acqua e Sangue. Parte I: Sigfrido e il Ministro del Cuore), allo stesso modo quella di Achille è legata all’Acqua: non solo all’acqua dello Stige che lo rese invulnerabile, ma anche al Movimento energetico Acqua com’è inteso in Medicina Cinese.
I punti d’agopuntura che si trovano sul “tallone d’Achille” non solo appartengono al Meridiano di Vescica (che fa parte appunto al Movimento Acqua) ma anche al sistema dei Meridiani Straordinari, che governano i cambiamenti profondi e collegano il Fato al Destino.
Achille: il mito
La nereide Teti era una bella ninfa concupita tanto da Zeus quanto da Poseidone, alla quale Prometeo aveva però predetto che il figlio da lei nato avrebbe detronizzato il padre. In seguito a questa profezia i due Dei, che di storie simili in famiglia ne avevano avute abbastanza, rinunciarono entrambi a lei, e fu così che il piccolo Achille ebbe come padre Peleo, Re dei Mirmidoni, e il centauro Chirone come tutore.
Un’altra profezia voleva che Achille morisse in guerra, così Teti pensò di proteggerlo rendendolo invulnerabile: secondo quanto narrato da Apollonio Rodio nelle Argonautiche (III sec. a. C.), di giorno gli cospargeva il corpo di ambrosia e di notte, di nascosto, ne bruciava nel fuoco le parti mortali. Quando Peleo la scoprì, spaventato dalle fiamme, urlò e la ninfa lasciò cadere il bambino, che rimase ustionato al tallone. Allora Peleo affidò il piccolo a Chirone, che sostituì il tallone ustionato con l’astragalo del gigante Damiso, velocissimo nella corsa: Achille divenne così il “piè veloce”.
Secondo Publio Papinio Stazio (Achilleide, I sec. d. C.), invece, Teti immerse il neonato nel fiume Stige, tenendolo sollevato per un tallone, che rimase vulnerabile perché non toccato dalle acque. Questa è la versione più nota.
Nove anni dopo l’indovino Calcante profetizzò che se Achille non fosse stato tra le fila degli Achei Troia non sarebbe caduta. Teti però sapeva che se il figlio avesse preso parte all’assedio di Troia sarebbe morto, così lo nascose a Sciro, vestito da donna, tra le figlie del re Licomede. Il travestimento non fu particolarmente efficace, infatti Ulisse lo smascherò con facilità; inoltre nei nove anni che il giovane passò a corte ebbe anche un figlio da Deidamia. Alla fine Achille decise sua sponte di partire per la guerra e fu allora che Teti, incapace di accettarne il destino, implorò gli Dei perché cambiassero la sorte del figlio; alla loro proposta di scegliere tra una vita lunga e senza meriti o una vita breve e gloriosa, fu l’eroe stesso a scegliere quest’ultima, e l’apprensiva nereide dovette arrendersi: mentre scalava le mura di Troia, Achille fu colpito al tallone vulnerabile da una freccia scagliata da Paride e morì.
Lo Stige
In tutti i sistemi culturali la simbologia dell’acqua è profonda, complessa e non si limita all’abituale associazione con l’archetipo femminile. Vero è che il suo significato materno è universale: è l’elemento in cui siamo immersi nella vita intrauterina e quello che costituisce, nell’Universo che conosciamo, la base di ogni struttura vivente e non vivente; l’aspetto materno dell’acqua coincide inoltre con la natura dell’inconscio come madre/matrice della coscienza.
Non di meno è presente nel simbolismo dell’acqua l’elemento purificatore, che ricorre in molti aspetti rituali e religiosi dall’antichità fino a oggi: basti pensare al battesimo, durante il quale oltre a lavare via il peccato si attribuisce al battezzato un nome, e con esso, come già visto nel caso di Sigfrido, un destino e un posto all’interno della stirpe.
Le abluzioni rituali sono gli aspetti più noti e rassicuranti, ma su scala più ampia la stessa funzione purificatrice si ritrova nel Diluvio universale, presente in tutti i sistemi mitologici: la complessità dell’archetipo prevede che l’acqua possa essere portatrice di vita e contemporaneamente manifestare il suo aspetto distruttivo, come nelle piogge incessanti e nelle inondazioni.
La simbologia dell’acqua è scandita dal ciclo vita-morte-rinascita: per esempio, nella mitologia greca il carro di Helios nasce da Oceano e ogni sera torna a immergersi in esso per rinvigorirsi e risorgere l’indomani. Gli uomini stessi, nati dal mare uterino, per raggiungere l’oltre-Oceano (l’Al-di-là) devono compiere la traversata notturna dello Stige, uno dei fiumi degli inferi che formano la palude Stigia, all’ingresso dell’Oltretomba.
Nella Teogonia di Esiodo Stige è il primogenito di Oceano e Teti (omonima della madre di Achille). Appare a volte come figura femminile, madre di Zelo (ardore), Nike (vittoria), Crato (potenza) e Bia (forza). Dalle rocce della sua dimora scorre l’acqua detta appunto “stigia”, usata dagli Dei per suggellare i giuramenti; la pena per gli spergiuri era un anno in stato di incoscienza più altri nove al bando dal consesso degli Dei.
Zeus, che aveva vinto la guerra contro i Titani grazie all’intervento di Stige e dei suoi figli, volle onorarla rendendola testimone dei patti divini: non per nulla si parla di “memoria dell’acqua” (Fu l’immunologo francese J. Benveniste a pubblicare nel 1988, sulla rivista Nature, i risultati di esperimenti che dimostrano la capacità dell’acqua, in forma liquida, di mantenere un’ “impronta” delle sostanze con cui è venuta in contatto. Molto suggestive anche le ricerche e le fotografie di Masaru Emoto).
L'Acqua in Medicina Cinese
Eadem Mutata Resurgo
J. Bernouilli Tweet
Se immaginiamo la mano di una donna adulta avvolgere il tallone di un neonato, i punti coperti saranno quelli compresi tra il tallone e la caviglia. In Medicina Cinese questi punti si trovano sui Meridiani che fanno capo al Movimento energetico Acqua: quello del Rene e quello della Vescica. Qui ci soffermeremo in particolare sul punto BL61.
In Medicina Cinese il movimento energetico Acqua è caratterizzato dall’idea di coesione: la tensione superficiale e la spinta di Archimede sono esempi della forza che unisce tra loro le molecole dell’acqua. Anche le acque dello Stige, nel nostro caso, riflettono questo aspetto: sono acque che rinforzano, tanto i giuramenti degli Dei quanto la pelle di chi vi si immerge, che diventa “dura come le ossa“.
Proprio grazie alla sua coesione interna l’Acqua rappresenta tutti gli aspetti strutturali: la roccia in natura e, nel corpo, le ossa. La stabilità e la robustezza richiesti a una struttura si possono ottenere soltanto da un elemento che è naturalmente coeso, che non rischia di disgregarsi: anche le parti più asciutte e dure del corpo, le ossa, sono costituite d’acqua per circa il 30%, senza parlare dei tessuti molli (dal 75 al 95%).
Nonostante assuma la forma del recipiente che la accoglie, l’acqua conserva sempre una sua coerenza, mantenendo unità e memoria; grazie a questa capacità di ristrutturarsi momento per momento, pur rimanendo sé stessa, presiede ai cambiamenti profondi.
In forza della sua coesione interna anche la memoria dell’Acqua è stabile, profonda, duratura: in essa si depositano i sistemi di credenze, le tradizioni, i valori. Questo è anche il motivo per cui all’Acqua è affidato il Destino come il bagaglio di memorie, genetiche e ancestrali, con cui veniamo al mondo e che determina la nostra costituzione a tutti i livelli.
All’Acqua fa capo l’anima vegetativa del Rene, lo Zhi, tradotto come “determinazione” e “volontà”, intesa come attaccamento alla vita, istinto di sopravvivenza: l’atto di volontà grazie al quale ci siamo incarnati. Lo Zhiconsente al Cuore di realizzare sempre nuovi propositi.
il Rene, organo legato al Movimento Acqua, conserva il Jing, sia innato che acquisito. Quello innato viene dai genitori; Achille dalla madre riceve la semidivinità e, con il battesimo nello Stige, l’invulnerabilità. Dal padre riceve un regno e un esercito. Ma c’è qualcosa di più profondo dell’eredità genetica e materiale: le profezie che rivelano il Destino che l’eroe porta con sé alla nascita e che non arriva dai genitori: è il suo peculiare Mandato Celeste. Una delle funzioni del Rene, infatti, è quella di “custodire il Ming Men” (“porta del Destino”). Nonostante i numerosi tentativi di Teti di sottrarlo al suo Destino fino a coinvolgere gli Dei, Achille non solo lo accetta ma lo sceglie e lo riconferma in perfetta autonomia e coscienza.
Omero non è il solo a cantare le gesta di Achille, e i vari poeti tragici ed epici sono spesso discordanti tra loro; anche l’iconografia cambia dal periodo arcaico (uomo forte e barbuto) all’età classica (giovane e delicato) e all’età ellenistica (capelli lunghi e sguardo impetuoso). Anche se non conosceremo mai con certezza l’aspetto dell’eroe, possiamo pensare a un soggetto Acqua: la volontà e la determinazione sono centrali nella costituzione psichica di queste persone, che non si piegano con facilità e sono tenaci, ambiziose e perseguono i propri scopi a qualsiasi costo. Lo sguardo è forte, diretto e può mettere in soggezione. Sono leader che si impongono in modo determinato, a volte coercitivo, al contrario, per esempio, dei soggetti Legno, che emergono spontaneamente, spesso senza neanche volerlo. È vero che Achille regna sui Mirmidoni per diritto di nascita, ma il modo in cui manifesta la sua leadership nel campo acheo ha tutte le caratteristiche dell’Acqua, tant’è che si impone, di fatto, anche su Agamennone; per non parlare dell’ira funesta: dovette intervenire Zeus in persona perché Achille restituisse il corpo di Ettore per la sepoltura.
È forte la tentazione di accostare il concetto di “volontà” legato all’Acqua alla volontà di potenza nietzschiana (una volontà impersonale che si autoalimenta all’infinito, consentendo il perpetuo rinnovamento dei propri valori), ma rischieremmo di aprire una parentesi filosofica che non potremmo più chiudere. Forse dei punti di contatto con la visione della Medicina Cinese (influenzata prevalentemente dal Taoismo, in seconda battuta dal Confucianesimo e molto meno dal Buddhismo) si potrebbero trovare nell’accezione filosofica di Ananke come Necessità e nell’amor fati, ma sono temi da trattare eventualmente in altro contesto.
I Qiao Mai e La Porta dei Talloni
I cambiamenti ciclici fisiologici si devono a variazioni di Qi e Sangue, ma quelli più profondi, che collegano il Fato al Destino, si legano all’Acqua e a un gruppo di otto Meridiani detti Straordinari; Il Rene struttura questi cambiamenti, mentre la Vescica li accoglie e li solleva verso il Cuore: il focus del cammino individuale non è soltanto riuscire ad accettare i cambiamenti, ma anche volerli provocare, sfrondando il proprio centro da tutto ciò che è inutile o, peggio, nocivo (primum, non nocere), prendendo contatto con il Cuore per comprendere e accettare fino in fondo la propria natura, rinnovandola al bisogno senza tradirla, e portando a compimento il proprio mandato.
Queste fasi rappresentano una metamorfosi alchemica; non basta aprirsi al mondo e imparare a mediare senza reprimersi: per un costante rinnovamento è necessario assimilare le esperienze a un livello che consenta ogni giorno di scegliere come costruire la propria vita. Questo viaggio dell’Acqua che governa le trasformazioni e le porta in offerta al Cuore spesso è forzato dagli eventi; seguire la via dei Meridiani Straordinari significa invece saper provocare coscientemente le trasformazioni necessarie.
Nel caso di Achille, tra i Meridiani Straordinari ha particolare rilevanza lo Yang Qiao Mai, soprattutto per quanto riguarda la Porta dei Talloni, ma i due Qiao (Yin Qiao Mai e Yang Qiao Mai), che nascono dal piede, vanno considerati nella loro relazione.
I piedi rappresentano le radici e il radicamento, ma danno anche la possibilità di alzarsi sulla punta per contemplare orizzonti sempre più ampi. Gli ideogrammi dei Meridiani Qiao Mai comprendono entrambi il radicale “piede”; in particolare indicano l’atto di alzarsi sulla punta dei piedi e acquisire una visione di prospettiva. Si tratta di una naturale crescita verso l’alto, non rigida, che lascia un margine di flessibilità per adattarsi alla vita. Il radicale però può avere anche anche valenza di arroganza e disprezzo dell’autorità: può significare ergersi con eccessiva sicurezza ma senza l’ossatura necessaria a restare in piedi.
Nell’Iliade Achille, che fino a quel momento aveva guidato valorosamente i Mirmidoni sotto le mura di Troia, ritira il suo esercito il giorno in cui Agamennone, capo supremo degli Achei, gli porta via la schiava Briseide, prezioso bottino di guerra. Quest’atto di insubordinazione si ritorcerà contro l’eroe, poiché scatenerà una serie di eventi che porteranno alla morte dell’amato Patroclo: senza Achille gli Achei sembrano soccombere, così Patroclo lo convince a lasciargli condurre i Mirmidoni in battaglia al suo posto pur di risollevare le sorti della guerra. L’eroe acconsente, ma raccomanda all’amico/amante, che indossava la sua armatura, di non avvicinarsi alle mura di Troia. Patroclo dimentica l’avvertimento e viene colpito da Apollo, che gli slaccia la corazza, e ferito da Euforbo. A Ettore non rimane che finirlo. È curioso che Apollo abbia colpito Patroclo tra le scapole, esattamente dove Hagen ha trafitto Sigfrido (Amor Fati: Considerazioni su Eroi, Piante, Acqua e Sangue. Parte I: Sigfrido e il Ministro del Cuore).
Achille tornerà in guerra soltanto per vendicare la sua morte: uccide Ettore in duello, ne lega il corpo a un carro e ne fa scempio per nove giorni, trascinandolo attorno alle mura di Troia.
La Medicina Cinese conosce molti modi di rappresentare le tappe della vita; uno di questi è costituito dalle “porte” presenti sullo Yang Qiao Mai.
Secondo Kespi esistono cinque tappe evolutive che corrispondono ad altrettanti agopunti, associati a piedi, reni, timo, amigdala e orecchie, strutture anatomiche che richiamano la forma fetale e sono tutte legate al Movimento Acqua. Attraversando ognuna di queste Porte l’uomo deve simbolicamente morire e rinascere:
BL61, porta dei talloni
GB29, porta delle anche
SI10, porta delle spalle
GV15, porta delle orecchie
CV23, porta delle delle amigdale
Quella che più ci interessa in questo caso è la Porta dei Talloni, che si trova sul punto BL61 (Pucan) e governa la prima fase della crescita; per imparare a camminare dobbiamo lasciare la posizione quadrupedica e alzarci in piedi. Superare questa prima porta significa “reggersi in piedi”, imparare a non piegarsi di fronte alla vita; questo punto si può trattare, per esempio, nei bambini che hanno difficoltà a imparare a camminare.
A un’alterazione del rapporto Yin Qiao Mai/Yang Qiao Mai può corrispondere un’asimmetria nel tono muscolare degli arti inferiori, con tendenza al valgismo del ginocchio e del piede e una conseguente difficoltà a spostarsi dalla posizione seduta a quella eretta. BL61 agisce a tutti i livelli sulle rievocazioni dei traumi infantili, nel caso in cui il superamento della fase evolutiva legata alla Porta dei Talloni non sia avvenuta o sia avvenuta con difficoltà.
Nel caso di Achille, ciò che determina la vulnerabilità del tallone è la paura di Teti per l’icolumità del figlio. Ricordiamo che la paura, emozione che blocca, è connessa al Movimento Acqua (La Paura che Paralizza: un Dolore Tae Yang) . Abbiamo qui un fattore di iperprotettività che, come nel caso di Sigfrido (Amor Fati: Considerazioni su Eroi, Piante, Acqua e Sangue. Parte I: Sigfrido e il Ministro del Cuore), pur conferendo grande protezione non permette a tutte le risorse dell’organismo di svilupparsi in maniera uniforme, e di “rimanere in piedi” di fronte alla vita.
Non ci sfugge che Achille, dopo aver ucciso Ettore, “gli tagliò la carne dietro i tendini dei talloni, passò strisce di cuoio nei fori e le legò al suo cocchio, poi incitati con la frusta (i cavalli) Balio, Xanto e Pedaso, trascinò il cadavere verso le navi al piccolo trotto” (Omero, Iliade). Questo taglio dietro il tendine d’Achille, esattamente nella zona compresa tra BL61 e BL60, fu praticato anche al neonato Edipo, esposto con in piedi forati e incatenati dal padre Laio, un altro genitore che, per motivi opposti a quelli di Teti, non voleva che il Destino del figlio si compisse (Edipo avrebbe ucciso il padre e sposato la madre).
BL61 è anche il punto di riunione tra il Meridiano Principale di Vescica e lo Yang Qiao Mai. Il Meridiano di
Vescica è coinvolto in questo contesto sia come parte del Movimento Acqua sia perché sui punti Shu del dorso impattano tutti i traumi. Quando un trauma arriva in profondità tocca l’energia costituzionale (Yuan Qi), e il processo di elaborazione, in cui ogni Meridiano Straordinario ha il suo ruolo, si può bloccare a diversi livelli. I Qiao Maihanno la funzione di portare le esperienze alla costituzione.
Questi Meridiani determinano un legame molto stretto con la terra d’origine, tanto che spesso la sintomatologia Qiaoemerge quando si abbandona la propria casa o la propria terra, per esempio quando si prende parte a un lungo assedio in terra straniera.
Per sua natura, una porta è fatta per aprirsi e chiudersi al bisogno; nel corso della vita ci si può trovare a riattraversare più volte la stessa Porta: o perché siamo bloccati a quel livello fin dall’inizio (Achille, Edipo) e questo impedisce il cammino verso le Porte successive, o perché un evento esterno può scatenare una rievocazione traumatica (si potrebbe aver bisogno di riconnettersi con le proprie radici, così come il bambino inizia a camminare radicandosi alla terra: toccare terra per riprendere slancio) o ancora perché pur avendo attraversato serenamente tutte le Porte ci si muove verso un piano di evoluzione più alto in cui c’è bisogno di “rinascere” e riproporre tutti i passaggi a un’ottava superiore.
Poiché stiamo parlando di trasformazioni a livello costituzionale, non stupisce che l’arco temporale in cui i passaggi tendono a riproporsi è di circa 7/8 anni, corrispondenti a un ciclo di Jing.
Tra BL61 e BL60, dove Achille, Ettore ed Edipo presentano un’innegabile vulnerabilità, si trovano anche le ali dei sandali di Mercurio, che invece portano con sicurezza il Messaggero degli Dei permettendogli di mettere in collegamento la Terra e il Cielo, lo Yin e lo Yang. Questi sandali aiutano anche Perseo a uccidere Medusa.
Una delle funzione dei Qiao Mai è proprio quella di “sposare” a tutti i livelli lo Yin con lo Yang, per esempio mettendo in comunicazione il Fato (che viene dal Cielo Anteriore) con il Destino (che determiniamo nel Cielo Posteriore), o ancora facendo in modo che i ritmi dell’organismo rispettino l’alternanza yin/yang (giorno/notte, cicli stagionali, cicli solari e lunari) e quindi, per esempio, che si stia svegli di giorno e non di notte: molte insonnie sono dovute a una disarmonia dei Qiao Mai.
L'Achillea
Mentre il Tiglio è la pianta “per” Sigfrido, adatta a chi ha le sue stesse vulnerabilità (approccio omeopatico), l’Achillea è la pianta “di” Achille: aiuta a trovare volontà
e determinazione chi, contrariamente all’eroe (approccio allopatico), ha un deficit di Zhi: persone timorose, indecise, prive di autodisciplina e determinazione; persone che non riescono a trovare l’alleanza con sé stessi, che hanno poca autostima e scarsa progettualità. L’Achillea permette di armonizzare tutti gli aspetti legati al complesso Acqua, anche in combinazione con altre piante che svolgono funzioni simili, come la Verga Aurea o il Basilico.
Chirone aveva insegnato al suo figlioccio l’uso delle piante medicinali e con Achillea curava le sue ferite. Achille stesso la usava per curare quelle di Patroclo, e se ne servì anche per Telefio, re dei Misi. Patroclo, a sua volta, ne imparò l’uso dall’amico e curò Euripilo durante la guerra di Troia.
Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia consiglia il decotto di Achillea per detergere le ferite. Oggi sono note, tra le altre, le proprietà cicatrizzanti e lenitive di questa pianta. Si usa anche in veterinaria per rinforzare i tendini degli animali da lavoro.
L’Achillea, detta anche Millefoglio o Erba del Soldato, ha uno stelo molto duro e fibroso che si usava anticamente al posto delle monete per consultare l’I-Ching, con un rituale lungo e complesso. Lo stelo rappresenta il Destino, che è uno, e la molteplicità delle foglie dei fiori rappresentano le migliaia di alternative che possiamo desiderare: per questo si dice che la pianta aiuti a riconnettersi al proprio Mandato. Achille stesso, determinato e volitivo, si è sottomesso volontariamente, scegliendolo ex novo pur avendo un’alternativa.