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Studio di Medicina Cinese e Discipline Bionaturali

Amor Fati parte I – Eroi, Acqua e Sangue: Sigfrido e il Ministro del Cuore

Tutti amiamo le storie e le leggende, e tutti abbiamo sentito parlare di eroi come Achille o Sigfrido; per alcuni sono stati amici d’infanzia, per altri compagni di scuola amati o detestati, per altri ancora semplici conoscenti, ma i loro nomi sono universalmente noti.
Per me sono stati amici d’infanzia ben più graditi di Cappuccetto Rosso, più tardi compagni di studi di lungo corso, dal liceo all’università, e alla fine sono rimasti tra le amicizie profonde dell’età adulta insieme alla dimensione mitica alla quale appartengono.

Riscoprire i miti più vicini a noi può essere utile anche nella comprensione di alcuni aspetti della Medicina Cinese, perché i punti di contatto sono profondi e numerosi; in particolare, Achille e Sigfrido incarnano due modi significativi di porsi di fronte al Destino e sono legati a due piante, l’Achillea e il Tiglio, che trovano un impiego molto specifico in Medicina Cinese nel riequilibrio energetico di soggetti particolari, che portano dentro di sé qualcosa di queste potenti figure o che, al contrario, difettano delle loro virtù.

Con gli archetipi trasmessi dal mito condividiamo valori e tormenti che vanno dalle espressioni fisiche come infiammazioni ai tendini o dolori alle spalle fino alle strutture psichiche, che possono comprendere, per esempio, una determinazione tanto forte da rendere impossibile capire fin dove ci si possa spingere o l’incapacità  di guardarsi le spalle e di comprendere quale sia il proprio ruolo nel mondo: questi elementi, di cui nel nostro immaginario gli eroi sono del tutto privi o che mostrano unicamente nel loro aspetto glorioso, non sono un loro appannaggio esclusivo; molti di noi li vivono quotidianamente e avrebbero bisogno, come prevede il paradigma del viaggio dell’eroe, di un elemento “magico” di sostegno. Nella pratica della Medicina Cinese questo sostegno è da ricercare nelle risorse interiori, accessibili grazie alla meditazione, alla stimolazione di punti  e Meridiani o all’uso di piante capaci di risuonare con gli aspetti patologici e simbolici di un disturbo.


Achille e Sigfrido, che provengono da sistemi mitologici, epoche e terre lontane tra loro, hanno in comune almeno un particolare: un unico, fatale, punto debole.

Vedremo poi come questi due punti sono collegati tra loro da un insospettabile fil rouge.

Sigfrido: il mito

Senza inoltrarci nel ginepraio delle numerose varianti che sono state tramandate, dall’Edda al Nibelungenlied, la storia in sintesi è questa:
Re Sigmund viene sconfitto in battaglia da Odino, che gli spezza la spada. In punto di morte, il sovrano dice alla moglie Hjördis che il figlio che aspettano dovrà portare il nome di Sigfrido ed ereditare i frammenti della sua arma. Per questo la donna affida il piccolo Sigfrido al nano Reginn, un fabbro, che riforgia  i frammenti della lama di Sigmund in una nuova spada che si chiamerà Gramr (“nemica”); su richiesta dello stesso Reginn, con essa Sigfrido ucciderà il drago Fàfnir e ne arrostirà il cuore per il suo mentore.

Mentre arrostisce  il cuore, l’eroe assaggia una goccia di sangue e immediatamente comprende il linguaggio degli uccelli;  dai loro discorsi scopre che Reginn trama in realtà alle sue spalle, e che farebbe bene a decapitare l’infame, mangiare egli stesso il cuore del drago e tenere per sé il tesoro. Prontamente, il ragazzo segue il consiglio.

Il cuore di Fàfnir conferisce a Sigfrido il dono della profezia, e il sangue, nel quale si immerge, gli dona l’invulnerabilità. Non si accorge, però, che una foglia di tiglio cadutagli tra le scapole impedisce al sangue di Fàfnir di bagnare l’area sottostante.

Dopo varie altre imprese egli conquista Brunilde e la chiede in sposa, ma a causa di una pozione che gli cancella la memoria, poco dopo si dimentica di averla mai incontrata.
Quando, molti anni più tardi, Sigfrido si trova coinvolto in una faida familiare scatenata da un litigio tra sua moglie Crimilde e Brunilde, ormai moglie dell’amico Gunther, viene colpito nel suo punto debole da Hagen e muore.

Le conseguenze della morte dell’eroe saranno tragiche per i Nibelunghi e, in seguito, anche per gli Unni, e porteranno all’estinzione di entrambe le stirpi.

Sigfrido, il Ministro del Cuore, il Sangue

Contrariamente alla maggior parte dei veggenti leggendari, spesso privi della vista (come Tiresia) o almeno di un occhio (come Odino), Sigfrido ha tutto quello che gli serve per guardarsi intorno, anche più di ciò che viene dato in sorte ai comuni mortali: comprende il linguaggio degli uccelli e ha il dono della profezia.

Sigfrido non vede non a causa di qualche impedimento, semplicemente non si gira a guardare: è un combattente, abituato a  guardare il nemico solo davanti a sé.

Sigfrido muore perché non sa guardarsi le spalle: non si accorge delle trame di Reginn né della foglia di tiglio; non si accorge che gli viene somministrata una pozione che gli fa dimenticare Brunilde, e neanche che questa, tradita e offesa, chiede al marito Gunther la sua testa; non si rende conto dell’inganno con cui Hagen, vassallo di Gunther, riesce a scoprire il suo punto debole.

Molti dei tòpoi presenti nella leggenda di Sigfrido sono riconducibili, in Medicina Cinese, al Ministro del Cuore e alle sue funzioni. I punti d’agopuntura che possiamo immaginare coperti dalla foglia di tiglio sono BL14 e BL43; si trovano sulla stessa linea orizzontale, rispettivamente sulla branca interna e su quella esterna del Meridiano di Vescica e sono legati al Ministro del Cuore:

BL14 è il punto Shu del Ministro del Cuore, cioè il punto di comando che ne attiva le funzioniIl Ministro del Cuore è una struttura non materiale che svolge diversi ruoli, tra i quali il più facilmente riconoscibile nella storia di Sigfrido è conosciuto come Xin Bao Lao (letteralmente “Busta del Cuore”), cioè la funzione di proteggere il Cuore dai patogeni – aspetto associato anche al sistema immunitario.

Se un fattore patogeno raggiunge il Cuore e attacca direttamente lo Shen (“Spirito”), abbiamo la morte, per questo il Cuore è l’unico organo che ha un’altra struttura a fargli da “guardia del corpo”.

BL43Gao Huang, è detto “Shu della Regione vitale”, cioè quella compresa tra il Cuore  e il diaframma.
Questo punto è direttamente collegato alla funzione Xin Bao Lao e ha il compito di nutrire e proteggere. L’aspetto nutritivo è strettamente connesso al sangue, il fluido vitale che trasporta nutrimento ed energia in ogni cellula del corpo.

Questo nutrimento non è costituito solo dai metaboliti e dal Qi ma anche dallo Shen, che custodisce il mandato personale. Per questo è così importante che il Cuore venga sempre protetto.

Nei testi antichi (dal più noto Dao De Ching ai vari classici della Medicina Cinese come Sowen, Nan Jing ecc) si parla spesso della realizzazione di sé e del proprio mandato, e si chiarisce una distinzione tra “Fato” e “Destino”  (“L’uomo autentico è consapevole dell’’invariabilità del Fato, ma in grado di padroneggiare il proprio Destino” Xiu Zhen Tu).

Il Fato è ciò che è innato e si esprime anche attraverso la costituzione e il fattore ereditario. Rappresenta gli strumenti con i quali veniamo al mondo e che sono specchio della nostra natura.

Il Destino consiste nella nostra capacità di realizzazione, è il modo in cui usiamo gli strumenti che ci sono dati in sorte.

Circolando, il Sangue ricorda  a ogni singola cellula qual è il suo Mandato Celeste (L’ideogramma Ming -R7917- mostra un proclama con il sigillo dell’imperatore: un decreto imperiale che riguarda qualcosa di trascendente); è per questo che la struttura che governa la circolazione del Sangue e l’apparato cardiocircolatorio è chiamata “Ministro del Cuore”: perché, se paragoniamo l’organismo a un regno, il Ministro diffonde  il volere del Cuore Imperatore e porta, dunque, le informazioni provenienti dall’Imperatore al Regno, e quelle raccolte dal Regno all’Imperatore.

Quale migliore protezione contro i fattori patogeni se non un simile nutrimento, cioè la piena consapevolezza di sé e del proprio ruolo nel mondo? Bagnarsi nel sangue del drago conferisce infatti a Sigfrido una protezione assoluta: l’invulnerabilità.

Con questa chiave di lettura diventa facile capire per quale motivo è così grave che l’area del Cuore non sia stata irrorata, quindi non nutrita né protetta: per questo, a un certo punto, Sigfrido non “ricorda” il suo scopo: “ri-cordare” significa infatti “riportare al Cuore”, sede di una memoria ben diversa dal semplice “rammentare”.

Prima che la foglia di tiglio facesse la sua parte, un episodio già lasciava presagire uno squilibrio nelle funzioni del Ministro del Cuore: quando Reginn gli chiese di uccidere il drago per lui.

Fàfnir infatti non era stato sempre un drago: era il fratello di Reginn, che scelse di trasformarsi in drago per difendere il suo tesoro. Reginn non sarebbe mai riuscito a sconfiggerlo, perciò chiese a Sigfrido di mettere a disposizione le sue risorse  – la spada (ereditata) e la forza (acquisita) – per aiutarlo, coltivando però la segreta intenzione di uccidere il figlioccio per tenersi il tesoro.

Gli chiede inoltre di arrostire il cuore del drago e darglielo da mangiare. Sigfrido non sospetta nulla e lo aiuta. Per fortuna gli viene in soccorso di nuovo il potere nutritivo del Sangue: mentre arrostisce il cuore Sigfrido si scotta e istintivamente porta il dito alla bocca. Appena una goccia del sangue del drago viene a contatto con la sua lingua egli comprende il linguaggio degli uccelli e dalle loro conversazioni viene a sapere cosa sta succedendo alle sue spalle, salvandosi: uccide Reginn, mangia il cuore di Fàfnir, si bagna nel sangue del drago e conquista il tesoro.

Sempre dai cinguettii degli uccelli viene a sapere che la Valkiria Brunilde sconta la sua punizione per un’insubordinazione a Odino con un sonno perenne dal quale solo un vero eroe può destarla. Sigfrido parte alla conquista di Brunilde, della quale si innamora e che promette di prendere in moglie, non prima, però, di aver compiuto abbastanza imprese da essere degno di lei.

Alcuni testi indicano BL14 come Shu dell’intero livello energetico Jue Yin (Costituito da Ministro del Cuore e Fegato).  Jue Yin è un livello energetico molto profondo che, in un’ottica circolare, rappresenta la chiusura di un ciclo e l’inizio di uno nuovo. E’ un punto che si utilizza in condizioni di ansietà, palpitazioni, tachicardia, che spesso si manifestano proprio nei momenti di transizione tra un ciclo e l’altro della vita.

Anche nella nostra storia possiamo osservare un momento di passaggio molto evidente: prima e dopo Fàfnir. Fino a che Sigfrido non approda alla corte dei Nibelunghi più o meno va tutto bene: nonostante non si guardi le spalle riesce a scamparla grazie a un certo equilibrio tra l’elemento ereditario (la spada) e quello acquisito (i benefici ottenuti dal sangue del drago).

Nel momento in cui “sale di livello”,però, ottenendo delle capacità superiori grazie al cuore e al sangue del drago, ecco che il Qi del Ministro del Cuore, già non ottimale, non riceve questo power up e l’equilibrio del sistema si rompe: non può più reggere le nuove e più difficili prove che  lo aspettano, per questo l’eroe fatica ad accettare il suo mandato: invece di convolare a giuste nozze con Brunilde, la lascia ad aspettare mentre compie nuove imprese che lo rendano degno di lei (come se quelle già compiute non bastassero!).

Il soggetto con vuoto di yin del Ministro del Cuore ha paura di vivere: lascia scorrere la vita davanti a sé perché crede di non avere le giuste risorse per perseguire il Mandato. Il Ministro del Cuore permette la realizzazione del progetto di vita; se è eccessivamente protettivo, il soggetto impedisce a una parte di sé di presentarsi all’ altro. Un Cuore che va sempre all’assalto non sa chi è: depresso di giorno, agitato di notte, soffre d’insonnia e palpitazioni. Un ministro del Cuore disturbato indica l’incapacità di arrendersi a sé stessi e al proprio Mandato.

Il Ministro del Cuore può essere iperprotettivo o ipoprotettivo. Nel primo caso vediamo persone scarsamente consapevoli di sé, che mettono in atto evidenti meccanismi di difesa psichica come rimozione o negazione, e soffrono di tachicardia, ipertensione e insonnia.

Quello che succede quando Sigfrido arriva alla corte dei Nibelunghi ha a che fare con uno dei più noti esempi di iperprotettività da parte del Ministro del Cuore: un meccanismo di rimozione. L’eroe non si sentiva all’altezza del proprio Mandato, allora il Ministro del Cuore mette in atto la rimozione come estremo meccanismo di difesa: Sigfrido dimentica l’incontro con Brunilde, pur continuando a compiere imprese eroiche e sconfiggere mostri e nemici.

I nemici che combattiamo, che vediamo davanti a noi, sono un riflesso di ciò che è alle nostre spalle, inteso sia come ciò che abbiamo ereditato dagli antenati, sia come riflesso di ciò che abbiamo dimenticato e negato, tutto ciò che ci siamo “lasciati alle spalle” e per questo non vediamo più.

Chi impersona quest’alterazione della funzione di protezione è la madre dell’amico Gunther, che vuole a tutti i costi Sigfrido per l’altra figlia, Crimilde, e così gli somministra di nascosto una pozione di oblio. La pozione funziona così bene che Sigfrido, del tutto immemore, parte di nuovo alla conquista di Brunilde, ma stavolta per conto dell’amico Gunther che la vuole in moglie.

Ora però per conquistare la Valkiria non bisogna destarla dal sonno ma sconfiggerla in battaglia. Gunther non ha nessuna possibilità di farcela e così Sigfrido, ancora una volta, mette le sue risorse a disposizione di qualcun altro. Solo che l’obiettivo di Gunther ha un prezzo altissimo: Sigfrido sposerà Crimilde e continuerà, del tutto inconsapevole, a vivere una vita che ha scelto solo in apparenza. Tutto quello che segue e che porterà all’estinzione di tutta la stirpe non è che un continuo meccanismo di negazione, in cui Sigfrido per l’ennesima volta non riesce a vedere quello che gli sta accadendo intorno, ma stavolta non ci sono cinguettii di uccelli a riportarlo a sé stesso.

Il Ministro del Cuore ha anche il compito di filtrare gli stimoli intellettuali ed emotivi che riceviamo dall’esterno, e ciò che passa attraverso il setaccio va a strutturare la costituzione psichica. Se questa funzione è alterata possiamo avere persone che non sanno cosa prendere dagli input che ricevono, non sanno filtrare e quindi incamerano tutto indiscriminatamente o respingono tutto, in ogni caso senza imparare dall’esperienza.

Un buon funzionamento del Ministro del Cuore permette di concettualizzare correttamente le esperienze e fa sì che il sistema di credenze rimanga stabile e coerente.

BL43 è un punto molto legato anche a Yuan Qi, l’energia ancestrale, che riguarda tutto ciò che è ereditario. A questo proposito il Ministro del Cuore porta equilibrio tra le energie innate e quelle acquisite: dà forma alla costituzione psichica mettendo in relazione gli input ambientali con la struttura psichica innata. Rappresenta i tre livelli della coscienza individuale: quello da cui proveniamo (il Cielo Anteriore), quello che realizziamo  (il Cielo Posteriore) e ciò che facciamo con gli strumenti che abbiamo in mano.

Ciò che ereditiamo dalla stirpe è ben rappresentato dai frammenti della spada di Re Sigmund.  Sigfrido ne viene in possesso perché gli spettano di diritto, ma può usarli in funzione del proprio Mandato soltanto se questi verranno riforgiati in una nuova arma che può usare per combattere, perché è un guerriero e questo è il suo destino: un solve et coagula senza il quale non possiamo usare ciò che ci viene trasmesso dagli antenati (Yuan Qi) ai fini del nostro mandato (Ming). Se mantenessimo intatti i frammenti in una sorta di sacralità contemplativa non avremmo che pezzi di metallo inutilizzati e, a lungo andare, arrugginiti.

Sigfrido non riceve dal padre soltanto i frammenti della spada ma anche il proprio nome. C’è un altro punto che potremmo immaginare coperto dalla foglia di tiglio: GV11 (Shen Dao, “Cammino dello Shen”), punto di controllo del Cuore sul Meridiano Straordinario Du Mai.

Il Du Mai ha un significato complessivo di “dirigere, controllare, correggere, governare”. Ha a che fare con l’identità, il proprio nome, l’ “Io Sono”.

Nell’antica Cina quando nasceva un bambino la madre lo teneva a contatto con la terra per tre giorni mentre il padre cercava il nome. Passati i tre giorni, il bambino veniva presentato al padre e questi gli assegnava il nome, che significa assegnare un posto nell’universo: nomen omen.  

Il Du Mai è in relazione con il rachide, che simboleggia la volontà dell’uomo e la capacità di libera scelta. Nelle sue disfunzioni si avranno soggetti che hanno difficoltà a dire di no, che soffrono di dolori diffusi con incurvamento progressivo della spina dorsale, soggetti che fanno fatica a uscire dalla zona di comfort. Spesso accompagnano il quadro gravi patologie neurologiche e turbe psichiche improvvise.
Attraverso il Du Mai le vertebre formano una scala i cui gradini ricalcano i passi di un’evoluzione contemporaneamente individuale e collettiva: qui si stratificano i traumi.

Il Du Mai attraversa il centro della colonna e ai suoi lati si trovano le due branche del Meridiano di Vescica, al quale è strettamente collegato: sulla branca più esterna del Meridiano di Vescica infatti impattano i traumi di origine psico-emotiva, mentre sulla branca più interna quelli di origine fisica. Entrambi si ripercuotono sul Du Mai attraverso l’impatto sulla muscolatura paravertebrale, a sottolineare come ogni trauma riecheggi nell’organismo a tutti i livelli.

GV11 in particolare, secondo Kespi, tratta la funzione di realizzazione del Mandato e si utilizza in caso di turbe psichiche con necessità di agire e disturbi di memoria: come abbiamo visto, un Cuore agitato spinge all’azione ma non ri-corda. Quando questa funzione di GV11 è compromessa non si è capaci di governare la propria vita e non si vede altra soluzione che il suicidio.

Sigfrido non si è suicidato, ma trovo significativo che venga trafitto dalla sua stessa arma, che non è, curiosamente, la spada ereditata da Sigmund ma una lancia che aveva appoggiato a un tiglio, per potersi chinare a bere.

Il Tiglio e il Ministro del Cuore

Il tiglio, albero dalle foglie a forma di cuore, sembra essere la parentesi che racchiude la vita di Sigfrido dal momento in cui ri-nasce (il bagno nel sangue di Fàfnir è una sorta di battesimo) fino alla morte, della quale è testimone silenzioso; in Medicina Cinese, questa pianta regola proprio la funzione Xin Bao Lao. I fiori hanno proprietà sedative del sistema nervoso centrale e vengono usati in varie forme di nevrosi accompagnati da insonnia, spasmi gastrici, ipocondria e irrequietezza, ma non esplicano le loro proprietà indistintamente in ogni stato ansioso: sono più adatti a chi soffre di agitazione e insonnia che derivano da uno squilibrio delle funzioni del Ministro del Cuore. È qui che il tiglio dà il meglio di sé, non limitandosi a favorire il sonno ma riequilibrando anche gli aspetti energetici: nelle insonnie e nelle tachicardie di soggetti che hanno difficoltà a guardarsi le spalle e tendono a negare ciò che non vogliono vedere.

Assolutamente privi di tossici e di meccanismi d’accumulo, i fiori sono dolci, hanno natura fresca e oltre che sul Ministro del Cuore hanno un’azione anche sulla Milza: in questo caso chi ne trae beneficio sono le persone remissive, accondiscendenti, che non riescono a dire di no. Anche se nel caso di Sigfrido il non saper dire di no è più legato al Du Mai che alla Milza, possiamo ipotizzare che se avesse avuto a disposizione del tiglio alla corte dei Nibelunghi avremmo altre storie, ma non il Nibelungenlied.

Il tiglio ha effetto su ciò che impedisce il libero fluire delle cose, sia a livello fisico, favorendo la fluidificazione del plasma e dei liquidi interstiziali sia, su un piano più sottile, lasciando fluire l’espressione di sé nell’emotività e nelle manifestazioni del pensiero più o meno coscienti: la medicina popolare ne impiegava i fiori per prevenire l’arteriosclerosi e la pletora, viste come conseguenza di una stasi emotiva.

Il tiglio rappresenta una scelta specifica per equilibrare la funzione Xin Bao Luo e spesso si associa al biancospino nella pratica fitoterapica. Anche il biancospino è utile nel trattamento di aritmie, fibrillazioni, palpitazioni e insonnie riferibili al Ministro del Cuore, ma tratta in maniera più specifica il livello Jue Yin, per questo richiama la funzione del punto BL14 come punto Shu dello Jue Yin: quando i sintomi ansiosi di soggetti con segni di squilibrio del Ministro del Cuore si manifestano in una fase di passaggio, di chiusura di un ciclo, possiamo pensare all’associazione tiglio-biancospino.

I punti a cui abbiamo fatto riferimento, a parte GV11, si trovano sul Meridiano di Vescica, che fa parte del movimento energetico Acqua e del livello Tai Yang. Sul lungo percorso di questo Meridiano troviamo anche il tendine d’Achille con i suoi punti specifici e tutte le sue possibili letture. Come vedremo nella parte relativa ad Achille, è qui che si colloca il filo conduttore che unisce Achille, Sigfrido e i loro punti deboli.